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Legge di Murphy e Legge di Attrazione

 

 

 Parecchi anni fa (negli US 1977,  in Italia 1988) uscì una serie di libri comici di grande successo: l’autore era Arthur Bloch. Il primo si chiamava La legge di Murphy, ed enunciava “se qualcosa può andare storto lo farà”. In seguito apparve La legge di Murphy sull’amore, col sottotitolo: “Se ti può andare buca lo farà” e altri.   Ancora oggi è un riferimento, e tutti capiscono quando viene citato. Io ne raccomando la lettura a chi studia con me e ha propensioni troppo forti al pessimismo. Perché hanno avuto così tanto successo questi libretti, e perché fanno così ridere? Ma perché tutti abbiamo giornate sfortunate, in cui tutto ci va storto, e il rispecchiamento provoca sollievo, e il sollievo risate, ottimo antidoto allo stress.

Un altro motivo di questo successo penso sia la propensione del cervello umano a cogliere e ricordare elementi e giudizi negativi dando loro più risalto che a quelli positivi: i ricercatori lo chiamano “negativity bias” (letteralmente “pregiudizio negativo” non c’è una traduzione ufficiale, viene usato in inglese anche negli articoli scientifici italiani) e pare che ci vogliano cinque rinforzi positivi per annullare un solo giudizio negativo. Negli studi scientifici al riguardo c’è chi sostiene che dipenda dall’evoluzione che alle origini dell’umanità ci ha plasmati per la sopravvivenza in ambienti estremamente ostili: cogliere gli elementi negativi ed essere all’erta nel prevedere i pericoli era necessario per sopravvivere, e quindi il cervello dà la precedenza agli input negativi per poter far fronte alla minaccia che segnalano.

 

Una parte della nostra mente è continuamente attiva nel cercare di prevedere – prevenire – controllare come vanno le cose. Se a questo si aggiunge che più o meno tutti tendono a immaginare che nel futuro si ripetano le esperienze del passato, finisce che se si è vissuto un evento sfortunato nel passato si teme che si ripeta in futuro. Da temere che si ripeta a cominciare ad aspettarselo è un attimo… Ma perché concentrarsi così tanto sulla negatività? L’ho sentito dire da tante persone: se mi creo aspettative positive e poi non si realizzano provo delusione e frustrazione. Se invece mi aspetto il peggio posso far fronte e cavarmela meglio. E nessuno sembra cogliere l’aspetto paradossale che c’è nel dedicarsi intensamente alla preoccupazione e ai provvedimenti per il negativo da evitare invece di concentrarsi in positivo su ciò che vorrebbero veder realizzato. D’altronde non è una novità: non dicevano i Romani “si vis pacem para bellum”?

 

C’è un’altra serie  di best sellers famosi, che trattano di un’altra legge, quella di attrazione, che ha destato molte controversie per il modo in cui è stata presentata nel film e nel libro che le hanno dato risonanza mondiale: The Secret (titolo in inglese anche per l’edizione italiana), uscito nel 2006. La coordinatrice Rhonda Byrne insieme a un certo numero di autori famosi nel campo sostengono che “si attrae ciò su cui ci si concentra”, e che tutti i desideri si avverano, basta volerlo.  Dopo un iniziale grandissimo successo commerciale se ne è sentito parlare sempre meno, perché i risultati che si avevano applicandone i principi erano poco consistenti: per alcuni effettivamente desideri e obbiettivi si avveravano come per magia, mentre per altri (la maggior parte) non succedeva niente, e per quanto si concentrassero, facessero visualizzazioni e si ripetessero frasi positive le cose purtroppo non cambiavano, e la frustrazione era molto forte.Capita a molti di cercare di cambiare in meglio la propria vita e che i risultati non arrivino pur impegnandosi. In questi casi sembra che la Legge di Murphy batta la Legge d’Attrazione uno a zero. Anche per la realizzazione di desideri e obbiettivi sembra proprio che se qualcosa può andare storto lo farà.

 

Veniamo ora al testo originale della legge d’attrazione, Ask And It Is Given del 2004 (Chiedi e ti sarà dato, vedi nota alla fine del prossimo paragrafo). Ci ha messo più tempo ad arrivare in classifica, ma è diventato anche lui un best seller, con un successo più duraturo di The Secret, e un corollario di corsi che tuttora attraggono grande partecipazione in tutto il mondo occidentale. Chiedi e ti sarà dato come La legge d’attrazione (2008) e gli altri della serie sono testi canalizzati (i testi canalizzati esistono da sempre: in epoche remote li scrivevano i Profeti, che in vita di solito erano perseguitati, ma poi pubblicati nella Bibbia). Gli autori che figurano in copertina, Esther e Jerry Hicks, erano una coppia di persone soddisfatte della vita, benestanti e curiose, che a metà degli anni ’80 avevano iniziato a praticare la meditazione per gli effetti di rilassamento e benessere che procurava. Dopo nove mesi di pratica Esther cominciò a sentire un contatto che le ricordava le sensazioni provate in una seduta di canalizzazione in cui una signora che non la conosceva affatto le aveva dato spiegazioni con riferimenti estremamente personali ed accurati. Man mano che Esther sentiva più precisamente il contatto, suo marito Jerry la subissava di domande. Le entità che rispondevano tramite Esther sostenevano di essere un gruppo di esseri mai incarnati, che esistevano al fine di aiutare gli umani nel viaggio dell’incarnazione, e avendo bisogno di un nome lei cominciò a chiamarli “gli Abrahams”. Ascoltando su YouTube le registrazioni dei primi anni si sente Jerry fare domande su tanti argomenti, ed Ester fornire risposte, informazioni e insegnamenti. In seguito gli insegnamenti si sono concentrati principalmente sulla “Legge d’Attrazione”, perché secondo queste guide fa parte di ciò che serve attualmente per l’evoluzione dell’umanità.

Si chiama legge d’attrazione perché spiega come attraiamo a noi tutto quello che ci succede, in positivo e in negativo (e questa è una notevole differenza rispetto a The Secret, in cui si parlava solo del positivo): “attrai ciò alla cui frequenza vibri” laddove “frequenza” semplificando un po’ può essere tradotto come “stato emotivo”. Secondo gli Abrahams, ogni volta che esprimiamo un desiderio nella vita di tutti i giorni (sia consapevolmente e intenzionalmente che automaticamente, senza accorgercene, magari in reazione a qualche accadimento), l’Universo prende nota, e mette a disposizione la realizzazione di quel desiderio. La capacità di ricevere della persona determina uno di due risultati: o la manifestazione, anche istantanea se non ci sono ostacoli interni, o la messa in attesa in una specie di deposito: la consegna dipenderà dallo stato di ricettività della persona. Nota curiosa sul titolo del primo libro italiano sulla legge d’attrazione: Ask and it is given

 

 

 

 

 

dovrebbe essere tradotto chiedi e ti è già stato dato e non chiedi e ti sarà dato. Ho tradotto alcuni libri e tanti corsi tenuti da insegnanti anglofoni, e presto molta attenzione a come l’uso del linguaggio plasmi il pensiero. C’è una bella differenza fra “ti è già stato dato” e “ti sarà dato”.

Se desideriamo tanto qualcosa ma non facciamo altro che ribadire la nostra ansia per i  problemi che potrebbero sorgere, per tutto quello che potrebbe andar storto direbbe Bloch, quanto spazio rimane per ricevere la realizzazione in positivo del nostro obbiettivo? Ben poco.

È la frequenza che permette di accogliere la realizzazione del desiderio. Gli Abrahams definiscono “vortice” lo stato ricettivo perfetto: uno stato di pace e gioia indipendente dalle condizioni esterne, dovuto all’allineamento spirituale, laddove il vortice è il contatto con la dimensione spirituale, con la propria Fonte, e in quello stato non c’è ansia, non c’è nervoso o preoccupazione, solo la serena certezza di essere tutt’uno col mondo, anche se è riduttivo esprimere a parole qualcosa di intensamente non verbale come il contatto con l’essenza.

Quindi paradossalmente il modo migliore per realizzare un desiderio è sentirsi bene, in pace e sereni, in uno stato paragonabile alla gratitudine e soddisfazione che proveremmo se il desiderio si fosse già realizzato. Uno stato di gratitudine che preceda la materializzazione del desiderio nella nostra cultura non ha senso, ma lo ritroviamo nelle interviste che Gregg Braden riporta ne L’effetto Isaia (in cui chiede ad esponenti di culture fra le più antiche del pianeta, dai buddhisti tibetani ai nativi americani di descrivere cosa intendano per “preghiera”). In queste culture in cui la spiritualità è parte integrante della vita lo stato di preghiera è la gratitudine, perché considerano automaticamente ricevuto ciò che chiedono, aspettarsi di ricevere è per loro tutt’uno col chiedere.

Riassumendo: il primo passo è chiedere, il secondo è che l’Universo mette a disposizione nel vortice. Nel terzo passo si riceve entrando nel vortice. E come si entra nel vortice? Con l’allineamento al mondo spirituale. A questo fine da millenni si pratica la meditazione come connessione alla Fonte, a quel qualcosa in più, che va oltre i limiti umani, il luogo dove la nostra Essenza risied

, mentre Abraham-Hicksincludono l’aspetto ben più vasto (e vincente) dello Spirito.

nell’Infinito, che lo si voglia chiamare Grande Spirito, Dio, o Campo Punto Zero. Sul piano pratico questo si traduce in uno stato di serenità lucidità e benessere collegato alla gratitudine come l’uovo alla gallina, difficile dire quale venga prima, anche se si generano a vicenda.

È la riconnessione alla Fonte l’elemento che differenzia la legge d’attrazione spiegata da Abrahams-Hicks da quella enunciata in The Secret : quest’ultimo si concentra solo sulla mente umana, solo sul pensiero, mentre Abraham-Hicks includono l’aspetto ben più vasto (e vincente) dello Spirito.

Quelli che applicando l’idea proposta in The Secret si concentrano sulla realizzazione di un obbiettivo e hanno risultati sono quelli già convinti di poterlo realizzare, che provano entusiasmo all’idea, non hanno dubbi o blocchi e sono inarrestabili per carattere:  per loro è solo questione di tempo tanto la loro fiducia è incrollabile. E infatti c’è un sacco di gente che non ha letto nessuno di questi libri, ignora tutte queste leggi e ottiene splendidi risultati proprio perché ha per carattere quel tipo di atteggiamento.

Gli altri invece, quelli che hanno letto il libro guardato il dvd recitato litanie di pensieri positivi fino a diventar verdi e non hanno avuto risultati sono quelli la cui convinzione è puramente mentale,  e in conflitto con dubbi paure preoccupazioni dominanti… Mi ricordano il protagonista della saga cinematografica Matrix, Neo, quando per la prima volta sfida le leggi di gravità con il salto da un grattacielo all’altro nel programma di allenamento (realtà virtuale in cui però le sensazioni sono fisiche… ci ricorda qualcosa?). Prima di saltare si strofina nervosamente le mani e si ripete meccanicamente che è possibile e ce la può fare. Vuole convincersi, ma il suo linguaggio corporeo esprime chiaramente la sua tensione e le sue vere convinzioni, infatti fallisce miseramente, facendo un bel buco nell’asfalto.

Come ogni eroe che si rispetti però, dopo il superamento di innumerevoli prove che piano piano lo staccano dalle convinzioni limitate sui suoi poteri, all’inizio del secondo film “fa Superman”, e il salto è solo lo slancio che prende per volare più veloce della luce. Ma a quel punto quella è la sua normalità acquisita.

 

 

Tornando alla legge d’attrazione per cui “attrai ciò alla cui frequenza vibri”, il termine “frequenza” va ben oltre il pensiero consapevole, include convinzioni e aspettative profonde, che nel quotidiano si esprimono come emozioni. È lo stato emotivo insieme a qualità di pensieri e aspettative che si ripetono costantemente a determinare la frequenza a cui vibriamo. In positivo come in negativo.

 

Se si esprime un desiderio e poi si passa tutto il tempo a dubitare che possa avverarsi, a provare ansia perché non è ancora successo e frustrazione per gli sforzi considerati inutili perché il risultato non è ancora raggiunto, alla fine vince la legge di Murphy: se qualcosa può andare storto  lo farà, perché la frequenza emotiva è dubbio e timore di non riuscire. Se baso questo timore su quello che mi è andato male in passato non faccio che proiettare il passato nel futuro, e niente può cambiare.

 

Se si esprime un desiderio e si risponde ai timori con l’incoraggiamento, si fa meditazione e piano piano si allenta la presa della preoccupazione, si trovano piccole cose di cui essere grati e si coltiva uno stato di apprezzamento per tutto quello di buono che c’è già (e che molti tendono a dare per scontato), e si guida gentilmente il pensiero a episodi in cui le cose sono andate effettivamente bene, piano piano si coltiva uno stato d’animo sereno, e piano piano il piacere di quella serenità e la gioia di coltivare la gratitudine portano a una frequenza sufficientemente alta da entrare nel vortice, e allora cominciano a succedere un sacco di piacevoli coincidenze, facilitazioni, colpi di fortuna. A quel punto è facile sentirsi sempre più ottimisti, essere colti dall’ispirazione a fare le cose al momento e nel modo giusto… e la realizzazione del desiderio è solo una delle cose belle che succedono di cui essere grati.

 

Ho sentito molti commenti (uno fra tutti la pagina di wikipedia dedicata alla legge d’attrazione) rispetto all’eccessivo materialismo che caratterizzerebbe gli insegnamenti di Abraham-Hicks. In effetti se si ascoltano superficialmente le registrazioni dei corsi le richieste dei partecipanti riguardano tipicamente soldi salute amore: obbiettivi piuttosto terra terra si potrebbe dire. In realtà la risposta costante a queste domande è “entra nel vortice e poi”, che a me sembra un messaggio spirituale. La mia personale lettura è che si tratti di un approccio tantrico molto semplificato nell’esposizione anche se non nella sostanza:   il percorso per entrare e rimanere nel vortice richiede di integrare l’aspetto materiale e quello spirituale fin nell’identità. Abraham-Hicks ribadiscono costantemente che noi siamo Spirito incarnato, e che la componente materiale visibile e analizzabile è solo una parte infinitesimale dell’interezza dell’Essere umano.

 

Fin qui l’esposizione di quello che ho letto sui libri. Trovo ironico di fare un discorso tutto basato sulla realizzazione dei desideri perché non sono mai stati il mio interesse primario. Cominciando a studiare rebirthing nel 1982 cercavo la chiave che mi rivelasse perché le cose nella mia vita erano andate in un certo modo. A differenza della maggior parte della gente con cui frequentavo corsi e  di quelli che in seguito hanno studiato con me il mio desiderio non era migliorare o raggiungere determinati obbiettivi: io volevo capire, e cercavo qualcosa che mi permettesse di farlo. Questo mi ha impegnato in una ricerca profondissima, in cui che mi piacesse o no ho incontrato molti più fattori di quelli che con la razionalità riusciamo a contemplare comodamente. Come direbbe facebook, è complicato. L’essere umano è infinitamente, forse insondabilmente complesso, e le mie ricerche mi hanno portato a modificare un passo per volta la mia immagine del mondo e delle forze che agiscono nel mondo e dentro di noi. Ma questo è un discorso ben più ampio dello scopo di questo articolo, e ne scriverò in seguito.

Mi piace concludere con un’equazione, che nella mia formazione come rebirther è stata fondamentale. Io l’ho sentita enunciare per la prima volta da Binnie Dansby, una insegnante di rebirthing straordinaria, caposcuola di un approccio integrato molto interessante. L’equazione, che finora ho verificato sempre vera nella mia osservazione delle esperienze mie e altrui è questa: “pensiero+energia=risultati”. In questo senso è parente stretta (un altro modo di dire la stessa cosa) della legge d’attrazione di Abraham-Hicks. Perché vale sempre, in positivo come in negativo.

Offre da un lato la possibilità di un cammino introspettivo: ok, se ho prodotto questo risultato quali sono i pensieri e le emozioni (laddove l’emozione è manifestazione di un movimento energetico) che l’hanno generato? Dall’altro ovviamente se ho un obbiettivo, un risultato che desidero, dovrò portare l’attenzione non solo sulla mente di superficie (di cui sono conscia) che ha concepito il desiderio, ma prendere in considerazione come mi sento in proposito, quali emozioni e associazioni suscita in me, quali immagini mi vengono se penso a quando sarà realizzato. Riesco a vederlo realizzato? Come mi fa sentire? Questo permette di includere parti più profonde del mio essere, di cui magari non sono consapevole:  in questo modo il percorso verso la realizzazione di quel risultato desiderato sarà anche un’esperienza di contatto e autoconoscenza che mi offrirà una consapevolezza maggiore di me stessa, e maggiore pienezza.

Tornando al confronto iniziale fra legge di Murphy e legge d’attrazione, si può dire che se mi concentro tanto su quello che temo possa andare storto finirò per vivere nell’ansia. A quel punto per la legge d’attrazione attraggo ciò alla cui frequenza vibro, e cioè proprio quello che temo, e qualcosa andrà storto. Quindi in fondo la legge di Murphy non è che un’applicazione in negativo della legge d’attrazione, che è neutra, una spiegazione di come succedono le cose.

 

Come tanti altri io insegno che portando la consapevolezza sul respiro e sul corpo, praticando rilassamento e meditazione si possono prendere le distanze dall’ansia, e coltivando apertura e incoraggiamento si possono cambiare i risultati. Il bello è che ormai non è più una questione del vecchio modo di pensare che contrappone “realtà” (legge di Murphy) e “illusione” (legge d’attrazione), perché la ricerca scientifica ora è sufficientemente avanzata da registrare i cambiamenti che avvengono nella chimica del sangue e nelle aree stimolate nel cervello quando si medita. Il luogo d’incontro fra pratiche spirituali millenarie e ricerca scientifica sono l’epigenetica, la fisica quantistica, le neuroscienze e in particolare gli studi sulla plasticità cerebrale. Per chi desideri approfondire questi affascinanti aspetti consiglio la lettura di Anatomia della guarigione, di Erica Poli (medico, psichiatra e psicoterapeuta), manifesto della medicina integrata. O anche Le due anime del mondo, di Deepak Chopra e Leonard Mlodinov. Chopra, medico e autore di best sellers di fama mondiale nel campo di spiritualità e salute, si appoggia alla Harvard Medical School per studiare i risultati delle pratiche che insegna nei suoi corsi, e anche Joe Dispenza, famoso per i suoi libri su funzionamento del cervello e abitudini sono anni che studia in maniera scientifica gli effetti della meditazione. Il suo ultimo libro si intitola Diventa Supernatural ed è basato sui risultati di questi studi.

 

In conclusione: meditate, gente, meditate